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Pubblicato su politicadomani Num 91 - Maggio 2009
Scrittori esordienti
Come un truciolo di legno o freddo marmo
Viaggio introspettivo nell'animo femminile
di Gianluca Calvino
Una donna. Normale, comune. Madre, moglie. Questo è Satya.
Una vita come tante altre: un marito che va al lavoro per rincasare solo al calar della sera; una casa a cui badare; una figlia a cui donare tutto il proprio amore.
Ma la vita di Satya in realtà cela un denso, doloroso grumo di insoddisfazioni.
A cosa serve un marito che sembra faccia di tutto per metterti a disagio, per farti sentire inutile e sciocca, un uomo che non sa cosa sia la tenerezza, che ti usa solo per il sesso, rapido, indolore, sterile?
A cosa serve una bimba lagnosa, che sa solo strepitare e sporcare e vomitare e piangere e ancora strepitare e sporcare e vomitare e…
Satya sa che la sua vita non è ciò che avrebbe voluto. Satya è infelice.
Sente montare dentro di sé il magma della follia, di quell'inesplicabile forza che la spinge irrimediabilmente verso il baratro dell'indecenza, dell'immoralità, dell'abominio più assoluto.
Un giorno la donna comune, la madre e moglie, ritrova il suo lato oscuro. Shade. L'Ombra.
E quando l'Ombra si fa carne, Satya smette di essere ciò che è, per diventare una creatura della notte, perdere il senso dei propri limiti, lasciar cadere ogni vincolo di pudore. E sprofondare.
Sprofondare nella notte dell'anima, e poi giù, ancora più giù, fino a toccare il fondo.
E da quel fondo Satya-Shade non ha la forza di tirarsi fuori; e così giunge a commettere ciò che mai avrebbe dovuto, ciò che la condannerà, per sempre, a una condizione di lucida follia.
Il romanzo d'esordio di Agnese Rinaldi possiede la forza di una scrittura meramente femminile, che sa scandagliare, attraverso il labirintico humus di una sintassi cesellata, gli inquieti ondeggiamenti dell'animo della protagonista.
Il testo, narrato in prima persona, si svolge su due piani temporali. L'ora e l'allora: il momento attuale, quello della sofferenza dello spirito e del corpo, in cui chi scrive ha preso coscienza del proprio irrimediabile, imperdonabile errore; e il momento trascorso, il passato di Satya, fatto di piccole angosce che si trasformano, pagina dopo pagina, in soffocanti e letali paranoie che conducono la donna sull'orlo dell'abisso. Un abisso da cui è impossibile tornare indietro.
Echi mazzantiniani fanno la loro comparsa qua e là nel romanzo, che possiede una sensibilità lessicale non comune; il plot, che si fa incalzante nella parte conclusiva della vicenda, scorre senza freni dal principio alla fine, conducendo per mano il lettore attraverso le tortuose vie dell'inconscio di Satya.
Personaggio difficile da dimenticare, questo. Donna vera, madre-amante-moglie-bambina-puttana, sempre profondamente umana anche nella propria inumanità.
Ed è difficile non voler bene a questa antieroina sciagurata e degenere, perché la sua caduta è la caduta di un sogno, il crepuscolo di un'esistenza che coltivava la più che legittima ambizione a un'impossibile, irraggiungibile condizione di felicità.
"Come un truciolo di legno o freddo marmo", che conosce una delle proprie genesi nel mondo di internet (Agnese Rinaldi cura il blog http://satya.splinder.com/,), è insomma un romanzo teneramente appassionante e crudelmente delicato, una nuova piccola gemma che va a incastonarsi nella collana "Palpiti" di Cento Autori.
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